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domenica 13 settembre 2015

Il gusto per il nuovo

Ciò che da sempre mi colpisce del genere umano è la sua ostinata propensione a dividere, raggruppare e poi classificare qualsiasi cosa, dagli animali alle piante fino all'ultima palla di sterco. Più che di curiosità mi sembra che si tratti di una vera e propria ossessione. Entrare in un supermercato al giorno d'oggi è come salire sull'arca di Noè, qualunque varietà di frutta e verdura da ogni angolo del mondo, spezie e cereali di ogni tipo, pesci surgelati oltreoceano che nemmeno Nettuno saprebbe riconoscere, montagne di carne tagliata in milioni di modi diversi, acqua dalle sorgenti di ogni dove, insomma, tutto quello che serve per costruire piccoli mondi prêt-à-porter dove poter consumare le nostre ossessioni. Inizialmente si fa la spesa con cognizione di causa, "solo quello che mi serve" si dice, ma poi subentra la tentazione, l'infantile curiosità di maneggiare, di provare, di mettere in bocca qualcosa che non si conosce  e allora qualcosa cambia, ed è inevitabile, perché questi cibi hanno il sapore e l'odore del nuovo, quello di cui tutti s'innamorano la prima volta che salgono sull'auto nuova o la prima volta che fanno l'amore. E' per questo gusto per il nuovo che i supermercati si riempiono di profumi da tutto il mondo, perché è ciò che più ci tenta, come in un gigantesco bordello a tre piani in cui a forza di maneggiare, di provare, di mettere in bocca sapori diversi si finisce per annegare nel vizio senza mai essere sazi. Perché siamo così assettati da queste vane novità? Innanzi tutto le definisco vane perché non provengono da un interessamento culturale di un qualche tipo, sono solo delle piccole distrazioni quotidiane divertenti quanto quei pupazzetti destinati presto o tardi ad essere dimenticati in qualche cantina. Allora cosa le rende così interessanti? Lo sono proprio perché sono poco impegnative e si possono buttare. Il piacere di scoprire qualcosa di nuovo non è meno travolgente del piacere di sbarazzarsene. Comprare un'auto o demolirne una per fare spazio ad un'altra sono due azioni eccitanti perché danno la sensazione di avere potere. Avere potere sulle cose, sulla natura, sui mari, sulle montagne, sui figli, sulle donne, nulla ci attrae come il potere.
 


 

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