"[...] <<Scusa ma il tuo sogno mi ha ricordato
una delle mie stramberie, piuttosto, sbaglio o hai accennato ad un dottore?
Anch’io ne ho uno o meglio l’avevo>> si è girato per ascoltarmi, è
la prima volta che lo fa, sembra contento di aver trovato qualcuno che lo possa
capire. <<Eccomi, sono qui per sentire la storia di Manolo e scoprire il
significato del nostro incontro>> lui arrossisce sussurrando come se si
vergognasse: <<Bè… Il mio dottore è uno specialista, mi segue fin da quando
ero piccolo, dice che ho una specie di deficit, ci vado da quando ho iniziato a
disegnare gli omini svolazzanti>>, ora è davvero imbarazzato, si morde le
unghie nervosamente, lo devo tranquillizzare <<Ne ho conosciuti di
ragazzi problematici e devo dirti che mi sono sempre piaciuti, in parte credo
di esserlo anch’io. Ma cosa intendi per omini svolazzanti?>>, con il dito
disegna sul suo finestrino appannato una linea orizzontale con un albero sopra
e poi in alto un omino stilizzato che sembra passeggiare nel cielo. <<Le
maestre pretendevano che i miei omini dovessero stare appoggiati sulla stessa linea
dell’albero>> indicando la linea orizzontale del terreno <<ma io non
capivo cosa ci fosse di sbagliato nel mio disegno e ogni volta che mi
sgridavano piangevo e mi mordevo le mani. Allora, una mattina la maestra parlò
con la mamma e il pomeriggio lei mi portò dal dottore>>, con una mano
cancella il disegno dal finestrino e rimette entrambe le sue mani sul volante,
<<E perché credevi che gli omini dovessero stare in cielo?>>, è di
nuovo concentrato sulla strada come se volesse tagliare il discorso, ma dopo
alcuni secondi e con il tono di chi sta dicendo un’ovvietà mi risponde
<<Perché gli uomini non sono come gli alberi!>>. Nonostante gli
anni di terapia è ancora convinto che gli uomini passeggino nel cielo e lo dice
con la convinzione di chi è consapevole delle proprie affermazioni e delle loro
conseguenze, mi ricorda Claus, il piromane. <<Anche Galileo fu considerato
pazzo perché credeva che la terra era rotonda…>> seguita a parlare mentre
il mezzo s’inoltra per una stradina sterrata nascosta dietro una cascata di
fronde selvatiche che si fanno guardiane della via. <<Noto con piacere
che la terapia non ha funzionato, ma dove stiamo andando?>> gli
chiedo, <<E’ una scorciatoia per scendere in paese, è qui che ho visto per
la prima volta gli omini svolazzanti>>. Buca dopo buca il sentiero si
apre su una breve pianura incolta che dà respiro al chiarore del sole, dal
finestrino intravedo uno stagno, <<Ci possiamo fermare un attimo? Vorrei
vedere quello stagno>>, siamo fermi e Manolo non sembra intenzionato a
scendere, <<Ti aspetto qui>> dice. Apro la portiera, i suoni della
natura mi investono esattamente come immaginavo, scendo facendo molta
attenzione ai gradini, pochi passi fra gli arbusti e lo scintillare dell’acqua
si fa intenso, mi faccio largo tra le frasche bagnate dalla rugiada del mattino,
scosto i rami e scopro di essere entrato in una specie d’oasi. Dalla punta
delle mie scarpe si srotolano catene di orchidee acquatiche che si distendono
tutte verso il centro dello stagno, sulla sponda opposta da un cespuglio s’intravedono
le orecchie buffe di un coniglio, nell’aria si ode l’inconfondibile dchàà dchàà della ghiandaia imitatrice e
questa erica a fiori rosa, che bellezza! Meglio tornare da Manolo, non vorrei
che si metta a rincorre qualche ometto svolazzante e mi lasci solo in questo
non so dove, meglio che mi sbrighi. <<L’hai visto?>> urla dal
trattore, <<Cosa?>> rispondo mentre cerco liberarmi
dall’abbraccio di alcuni ramoscelli. <<L’omino svolazzante. Guarda ce né
un altro, lassù!>> e sporgendosi punta il dito per mostrarmelo. In alto, in
lontananza, scorgo una figura nera dalle sembianze umane oscurata da un
indecifrabile gioco di ombre, è sorprendentemente simile ad un uomo. Ha gambe
lunghe e snelle attaccate ad un corpo robusto, braccia e spalle larghe sulle
quali poggia una piccola testa ovale. L’omino si sta dirigendo verso il sole
dimenandosi come se stesse per perdere l’ultimo treno delle cinque, un airone?[...]"
Tratto da "Phollia"
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