Parafrasando in poche righe il disagio della nostra giovane generazione, sto per descrivere la fiorente e florida crisi esistenziale a cui i ragazzi di oggi sono inevitabilmente soggetti. Il carattere sociale della nostra generazione come in quelle passate, e' stato ed e' segnato dal contesto sociale in cui e' nato e cresciuto, nel nostro caso dal contesto socio-economico del capitalismo. Partendo da questo presupposto e' chiaro che la crisi socio-economica del nostro tempo e' in rapporto di interdipendenza con la crisi "spirituale" della nostra generazione. Analizzando il carattere sociale nei primi galoppanti anni del capitalismo, posso affermare che il boom economico e l'attenzione scientifico-industriale che vi fu all'epoca pose le basi per una visione della vita sempre più laica e di fede evoluzionistica; la scienza applicata in massa e su larga scala porto' benessere e innovazione. In questo modo l'ondata tecnologica rispondeva perfettamente all'incertezza della vita, la scienza divenne una vera e propria profezia messianica che presto ci avrebbe portato a scoprire la vita. E per questo tutti cavalcarono l'onda con lo sguardo rivolto al futuro e alla globalizzazione. Esse furono generazioni apparentemente felici, disposte a combattere e a lavorare incessantemente per il proprio futuro e per quella messianica profezia evoluzionistica! Ebbene, ora la nostra generazione si trova a far fronte alla crisi economica e alla crisi messianica, visto che il sistema scientifico proprio come il capitalismo sembrano destinati ad aggrovigliarsi l'uno nell'altro, senza nessuna risposta, senza lieto fine e tanto meno senza nessuna morale da poterci insegnare. Tutti ci siamo sentiti o ci sentiamo svagati, precari, insicuri, senza alcuno scopo, senza sapere cosa voler fare della propria vita o della propria carierà scolastica. Questo perché noi subiamo una doppia crisi che i nostri padri cercano di tappare con filo,toppe e demagogia, quando oramai e' talmente chiaro che i giovani sono sempre più morti: alienati e intorpiditi da video games e televisione, che a differenza della realtà possono dare finalmente ed indistintamente ad ognuno di noi una propria fresca identità.
giovedì 13 settembre 2012
venerdì 31 agosto 2012
Amore: solitudine
Il liquido consiglio.
Allora, qual e' il bisogno autentico di vita ai nostri giorni? Quale sia, non lo so più. Da bambino ero convinto di poterlo trovare tra le righe dei grossi giornali, o di poterlo rintracciare sul fondo delle grandi impronte o magari di poterlo intravedere nelle spesse, ovali lenti degli occhiali da vista. Ero persino convinto che il cane l'avesse seppellito in giardino. Ma queste giovani credenze mi furono strappate tempo fa, quando conobbi per la prima volta la "società degli homo sapiens sapiens con gli occhiali". La stretta dura e grave della mano pian piano mi fece rabbrividire, di colpo mi sentii soffocare da quel convenzionale gesto, la spigolosa mano mi attanaglio la vita, mentre la sua gemella cullava del buon vino bianco. Alquanto impaurito e curioso, assaporai dal calice quel denso e liquido consiglio, che mi lascio un nuovo gusto sulla lingua, come un soffio aromatizzato, e così, rincuorato al gusto, salutai l'inespressa vita vissuta fino a quel momento , senza un nome per ricordarla o un ricordo per rimpiangerla. Mi rammarica non ricordare quella breve, infantile melodia, forse tempo perfetta per essere sporcata da laconiche memorie. E adesso, mi ritrovo a brindare, con vino, alla vita nella via degli occhialuti gentiluomini dalle spesse lenti e dalle grandi impronte. Non poi così grandi!
Tratto da "Apolide"